L’eteroflessibilità non è la stessa cosa della bisessualità: questo termine serve a descrivere tutte quelle donne che, a volte, si sentono attratte da persone che hanno il loro stesso genere. In generale, però, si definiscono eterosessuali. Soprattutto negli ultimi anni stiamo capendo come il genere e l’identità sessuale di un individuo spesso non è qualcosa da ingabbiare all’interno di una rigida etichetta. Ci sono molte sfumature e dinamiche amorose tanto particolari che sarebbe riduttivo inglobare nei termini di eterosessuale o omosessuale. Il sesso e l’amore non hanno regole e per questo sarebbe una forzatura pensare di creare degli schemi troppo rigidi per esprimere certi legami. Un persona può decidere di essere asessuale per un certo periodo della sua vita, oppure sperimentare una relazione poliamorosa oppure essere in una coppia aperta. Lo stesso vale per le persone che si considerano eteroflessibili: in un momento particolare della loro vita potrebbero avere una relazione con una persona del loro stesso sesso, ma non è detto che siano per forza bisex o lesbiche.
Eteroflessibilità: di che cosa si tratta
La nostra società è ancora fin troppo abituata a vedere la sessualità in modo binario. Ecco che per chi la ragiona in questo modo sarà abbastanza complicato riuscire a intendere chi siano le persone eteroflessibili. Questo termine risulta essere relativamente nuovo, ma il concetto è molto semplice. Si tratta di un individuo, specialmente di sesso femminile, che si dichiara eterosessuale. Le piacciono gli uomini e non guarda le donne nello stesso modo con cui guarda persone del sesso opposto. Saltuariamente, però, potrebbe sentirsi particolarmente attratta a livello sessuale da altre donne. Certo, come affermano anche gli studiosi e i sessuologi, il fatto che ad oggi esista un termine per descrivere questa dinamica non significa che non esistesse già. Addirittura, il sessuologo Alfred Kinsey aveva teorizzato già nel 1948 che l’orientamento sessuale degli esseri umani è fluido e non binario. Ecco che, nel corso della vita, potrebbe andare a modificarsi.
Eteroflessibilità non è bisessualità
Capiamo bene come il termine eteroflessibilità può essere confuso con quello di bisessualità. In realtà si tratta di due tendenze sessuali molto diverse tra di loro. Quando si è bisessuali, significa che, a partire da quando si è adolescenti, ci si sente attratti/e in ugual modo sia dei maschi che dalle femmine. A seconda del momento e della situazione, si potrebbe avere una relazione con una persona dello stesso sesso o con una del sesso opposto. Essere eteroflessibili, invece, è legato a un concetto fluido della sessualità. Una persona che si dichiara tale, infatti, è attratta quasi sempre da una persona del sesso opposto. Solo sporadicamente sente di avere una certa curiosità nei confronti di individui del suo stesso sesso. Non si tratta però di un coinvolgimento d’amore che potrebbe invece avere un/una bisessuale, al contrario. Ecco che si decide di esplorare tutte le forme di piacere senza precludersi nulla.
Eteroflessibilità per uomini e donne
In genere, le donne sono più propense a esplorare nuove situazioni sessuali e ad aprirsi alla possibilità di avere una relazione con una persona del loro stesso sesso. Gli uomini sono invece più legati a pregiudizi e si sentono molto più bloccati nel fare esperienze diverse. È vero che un individuo maschio, nel momento in cui sente di provare una certa attrazione nei confronti di un altro uomo, potrebbe inizia re a sviluppare una serie di timori. Ad esempio, potrebbe temere una società che discrimina gli omosessuali: ecco che preferirà evitare di lasciarsi andare. La donna invece si sente più libera perché a livello sociale vedere due ragazze avere una relazione intima è visto come qualcosa di estremamente erotico. Noi vi consigliamo di lasciare stare i pregiudizi e permettervi di fare tutte le esperienze sessuali che ritenete necessarie. Solo così potrete essere soddisfatti/e nella vostra vita!
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