L’educazione sessuale, così come l’educazione all’affettività, sono ancora ad oggi delle tematiche attorno alle quali ruota un senso di preoccupazione, vergogna e confusione. Ecco che spesso accade che coloro che hanno il compito di insegnare determinati argomenti alle generazioni di giovani si sentono in imbarazzo nel divulgare alcuni aspetti inerenti alla sessualità e all’affettività. In alternativa, cercano di trattarli in maniera stereotipata e settoriale.

Educazione sessuale in Italia

Al momento non ci sono dei programmi ministeriali che prevedono l’educazione sessuale all’interno delle scuole dell’obbligo. Se questo accade dentro le strutture scolastiche è per la volontà di alcuni istituti che si muovono in maniera autonoma. Non esistono ancora delle vere e proprie attività che operano su tutto il territorio nazionale in maniera capillare e che vengano sovvenzionate dal Sistema Sanitario Nazionale. D’altro lato i giovani non riescono ad acquisire informazioni inerenti a questa tematica all’interno del nucleo familiare.

Come mai? Da un lato un adolescente si vergogna a parlare di sesso con il papà e la mamma, dall’altra questi non solo sono poco informati, ma hanno le stesse difficoltà di comunicazione incontrate dai loro stessi figli. Insomma, un cane che si morde la coda. Ecco che si crea un tabù silenzioso che aleggia tra giovani e adulti e che porta avanti un tipo di sessualità non consapevole e potenzialmente rischiosa dal punto di vista fisico (malattie) ed emotivo (mancare di rispetto al/alla partner).

Educazione sessuale nella storia

Si è iniziato a parlare di tematiche sessuali in maniera più esplicita a partire dagli anni Settanta. È avvenuto sia negli Stati Uniti che in Europa, ma si parlava principalmente di sessualità dal punto di vista della possibilità riproduttiva. Non si teneva quindi in conto delle componenti emotive, affettive e relazionali di un singolo individuo. Lo stesso valeva per la sfera del piacere che non aveva alcuna voce in capitolo. Al contrario invece si parlava di come evitare di avere delle gravidanze indesiderate, oppure come non incorrere a malattie sessualmente trasmissibili. Con il tempo, grazie a nuove modalità di pensiero e gruppi attivisti, si è iniziato a vedere la sessualità a trecentosessanta gradi e multisfaccettata.

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Educazione sessuale e AIDS

Il discorso della sessualità e della prevenzione alle malattie sessualmente trasmissibili si fa avanti tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo precedente. In questo periodo storico si stava sviluppando l’AIDS. Ecco che era importante divulgare tutte le conoscenze inerenti al rischio di avere dei rapporti sessuali. Attenzione, però: non si parlava mai del piacere erotico, ma si demonizzava il sesso come se fosse unicamente un’attività rischiosa. Ecco che le generazioni che hanno vissuto in quel periodo non hanno ricevuto tutte le risposte alle loro domande, dovendo fare da sole… e senza internet!

Molte persone sono così arrivate alla maturità sessuale senza conoscere questo mondo in modo sano ed equilibrato perché giudicato tabù. O meglio, bisognava evitarlo come la peste e chi aveva una vita sessuale attiva si sarebbe benissimo potuto sentire in colpa. Oggi si ha una visione più equilibrata di ciò che è il sesso, anche se bisognerà fare ancora tanti passi in avanti per raggiungere un livello di consapevolezza sessuale e accettazione delle diversità di genere.