Che cos’hanno in comune chimica e amore? Tranquilli, non dovete prendere in mano nessun tipo di manuale, non c’è da ripassare niente sull’azoto o il selenio. Vi spieghiamo noi qual è la correlazione! Secondo alcuni studi il primo vero innamoramento avviene in un periodo antecedente alla pubertà ormonale. Significa quindi che la vostra prima cotta è arrivata ancor prima di provare desiderio sessuale. Questo significa quindi che l’attrazione fisica e l’innamorarsi sono due cose distinte tra di loro! Ecco che si sceglie il proprio partner a prescindere dagli ormoni e la scelta avviene in base al proprio ideale di coppia. Secondo alcuni studi, lo stesso avviene anche nelle scimmie rhesus, figuriamoci con noi esseri (un po’) più evoluti!
Chimica e amore: quando scatta l’innamoramento
Quando arriva la fase dell’innamoramento, il nostro corpo produce delle sostanze che sono molto simili alle anfetamine. Si tratta di:
- noradrenalina;
- dopamina;
- feniletilamina.
Queste sostanze sono le responsabili di farci sentire esaltati/e, pieni e piene di euforia. Il mondo sembra bellissimo e sembra quasi di volare, si è pronti/e a fare piccole follie, la stanchezza viene meno e ci si permette cose che in altre occasioni non ci si sarebbe mai sognati di fare. Siccome la sensazione è simile proprio a quella di una droga, sono molti e molte che si lasciano attrarre dalla dipendenza e faticano ad uscirne. Così, non è tanto raro trovare persone che entrano ed escono da relazioni, anche se obiettivamente il/la partner che scelgono di avere accanto non è la persona ideale per loro. Un’altra categoria che si lascia sopraffare dalle relazioni sono sicuramente gli adolescenti, in grado di provare emozioni sconvolgenti, molto più forti degli adulti e guardano al partner come ideale. Riescono quindi a proiettare nella loro dolce metà una serie di desideri che non spesso combaciano con la realtà dei fatti.
Chimica e amore: come funziona?
Lo psichiatra Liebowitz aveva iniziato a trattare i “malati d’amore” prescrivendo loro dei farmaci denominati IMAO. La loro funzione era quella di influenzare la PEA: il risultato ottenuto era che i suoi pazienti non andavano più a cercare partner su partner. A livello scientifico, si era visto che se si aumentavano i livelli di PEA nel corpo delle persone queste riuscivano ad essere euforiche anche senza andare a cercare un’anima gemella. Ecco che questo campione di persone avevano creato una dipendenza dalle sostanze chimiche prodotte in fase di innamoramento. Questa correlazione è stata poi confermata anche dagli studi mandati avanti dallo psichiatra Sabelli.
Chimica e amore: dall’innamoramento all’astinenza
La natura ci ha dato una droga naturale che tutti abbiamo utilizzato e che ci ha fatto sentire al massimo di noi stessi/e: l’innamoramento. Il problema, però, è che si crea anche la tolleranza da questa sensazione. E, come con le droghe, se ne cerca sempre più, e ancora, fino a non bastare mai. Purtroppo, però, il nostro corpo è in grado di produrre fino a un certo numero di sostanze e più di quelle non riesce. Significa, nella pratica, che la fase di innamoramento va dai 18 mesi fino ai 3 anni, dopo di che questa fase tende a finire. Questo non significa, però, che la coppia si dovrà per forza scoppiare, anzi. È arrivato invece il momento di solidificare il rapporto, se le basi sono quelle giuste e sane.